Giusto per dirlo

Sono una persona di senso pratico: le cose si fanno, non si dichiarano le intenzioni di farle. Baso le amicizie sui fatti, non sui pensieri e sulle parole. Per “fatti” intendo una telefonata, una mail, una cartolina, una visita di persona, gli auguri per il compleanno, il renderti partecipe delle notizie importanti (belle e brutte). Pensavo di aver lasciato alle spalle da un paio di decenni i vari “dobbiamo vederci” , “ti chiamo”, “ti faccio sapere”, in tutte le loro declinazioni. E pensavo anche che fossero tipiche della cultura italiana, in cui si fanno proposte e inviti sull’onda del momento, senza che poi seguano i fatti (il tipico “dai, vieni a cena quando vuoi”, che se lo prendi sul serio e ribatti “ok, stasera alle sette”, scateni il panico in chi ti ha appena invitato). E invece sono transculturali.

Due anni fa in Belgio, faccio amicizia con collegaA, sudcoreana, che,  durante una pausa caffè, mi dice con slancio “quando a fine contratto torni in Francia, ti scriverò tutti i giorni!”. Non mi ha scritto nemmeno una volta, manco solo per dirmi “ciao come stai?”. Aveva pure il mio numero di cellulare: un “Hello, How are you?” richiede meno di un minuto di tempo e la spesa di qualche centesimo di euro.

AmicaN, messicana, da ormai più di un anno, ogni volta che ci sentiamo al telefono (mediamente ogni tre mesi, con alternanza di chi chiama) mi dice “dobbiamo vederci! dai la settimana prossima, martedì o mercoledì”. Le rispondo sempre “chiamami il giorno stesso, ti dico se sono libera al momento”. E non lo fa. (abitiamo a una manciata di Km, io ho smesso di chiamarla quando vedo occasioni in cui potremmo vederci per un caffè, a cui ogni volta ha detto “no” per motivi pratici, senza che poi mi proponesse qualcos’altro, in settimana, nello stesso mese, nello stesso trimestre…)

Queste “dichiarazioni d’intenti” ormai non le prendo sul serio da parecchio. Continuo a  trovare incredibile che persone più che adulte, colte, professionisti, siano così superficiali da farti promesse a parole che poi si dimenticano dopo 5 minuti. Mandarti una mail con scritto “poi ti scrivo” mi sembra l’apoteosi del grottesco, l’equivalente in formato lettera elettronica del  “poi ti dico una cosa” dell’asilo o delle scuole elementari.

Grazie dei pensieri, non mi avete dimenticata, ma non parlate/scrivete a vanvera. Da parecchio non sento la scusa “non ho mai tempo”, ma la vedo, pronta, dietro l’angolo e la scanso accuratamente…

PS: AmicaJ, invece, non mi chiama per tre mesi, ma poi si ricorda che avevo un problema medico e mi invia un messaggio con la ricetta del rimedio a base di erbe che ha funzionato con una sua amica, mi invita a fare un giro in centro con lei quando va in erboristeria (magari ti sanno consigliare una tisana che ti aiuta nella prevenzione), mi manda un SMS: sei a casa? Se ha i tempo passo a salutarti far 10 minuti. E lo fa!

3 pensieri su “Giusto per dirlo

      • Ah, ah, te lo direi convintissimo però! Adesso per esempio ho promesso a degli ex commilitoni di trovarci per una rimpatriata… e devo trovare una scusa decente per defilarmi!

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