Ottimismo dal profondo

In questi giorni si stasi in cui Loricott continua a lavorare in aziendaFolle, io sono a casa a tradurre i brevetti, da possibili clienti di azienda3Inge non si sa nulla, mentre abbiamo, ovviamente, speso soldi per comprare le attrezzature, nel dormiveglia mi passa per il semi-conscio il pensiero “sono disoccupata e non ho alcuna visibilità sul futuro lavorativo”, appena apro gli occhi, coscientemente penso “ho i sussidi, sto imparando cose nuove e tengo gli occhi aperti per veder che cosa mi riserva il futuro lavorativo, mentre lo costruisco”. Mi sorprendo da sola dell’ottimismo spontaneo di primo mattino. Poi ho lo spettacolo dei fiori bagnati di rugiada e illuminati dal sole e penso che la giornata migliora. Mi arriva la mail del recruiter che aspettavo ieri sera e su cui, ormai, non contavo (la prendo con molta filosofia la storia delle posizioni lavorative disponibili) e poi il corriere consegna il pacco che aspettavo. Rifletto su come impiego il mio tempo: non ho ancora un lavoro con cui mantenermi, posso stare a casa a imparare invece che chiusa in un ufficio a mettere in pratica quello che so già fare, magari sclerandomi, posso passare tempo prezioso con mio figlio, fintanto che apprezza l’andare a scuola insieme e accetta ancora il bacino di saluto davanti al cancello, posso costruire una complicità con lui seguendo la sua crescita (quando lavoravo lontano durante la settimana non era per niente facile), nel complesso mi riposo a suffficienza (non ozio, ma non spreco energie con la tensione di ritmi troppo intensi dettati da altri). Per certi versi è una condizione beata, mentre mi do da fare per far evolvere la mia situazione lavorativa. E, intanto, resto di buonumore, che non si compra, no si guadagna, costa un po’di sforzo costruirselo, ma nell’immediato, medio e lungo termine paga parecchio (a aiuta a far venire le buone idee 😉 ). PS: e intanto sono 8 mesi che non mi ammalo, tiè).

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